Qui non funziona così, sospirò il contadino. Gli ingegneri del padrone fanno degli studi e scavano i pozzi. Acqua sopra il paese non ce n’è. E neanche sotto, perché l’infiltra quella del mare. Ma se io trovassi l’acqua? aveva chiesto il capostipite, sorridendo alla figlia del suo ospite, potrei restare?

Il disertore rabdomante la trovò davvero, l’acqua. Comprò il terreno, scavò il pozzo e poi i canali per portarla a valle. Nel giro di cinquant’anni cambiò tutto. Il paesaggio divenne giallo di grano, e argento di ulivi. L’età dell’oro durò un centinaio di anni. Poi costruirono una diga a monte e la falda si prosciugò, le sorgenti furono privatizzate, e l’acquedotto danneggiato. I discendenti del rabdomante erano emigrati fra i primi. Dall’altra parte dell’oceano – dove sperimentarono il potere malefico dell’acqua. Inondazioni, diluvi. Da cinquant’anni, nessuno di loro lavorava la terra o ne conosceva l’odore. Ma adesso che l’isola su cui viveva, di fronte alle coste del continente, era stata sommersa, lei aveva deciso di tornare. Portava con sé un sacchetto di terra. L’aveva presa il primo che era partito. Se la tramandavano di generazione in generazione – unica eredità materiale sopravvissuta alle catastrofi. Lei non l’aveva mai aperto. Il sudore colava sulle palpebre, rendendole difficile seguire il sentiero – superate le rovine dell’ultima fattoria, una frana di pietre bollenti. Doveva schivarle, altrimenti le avrebbero liquefatto le scarpe. Non immaginava che a questa latitudine temperata potesse fare tanto caldo. Si riparava la testa con un berretto, ma il sole era fuoco. Tutto bruciava. La pelle, le pietre, l’aria stessa. Unica traccia di vita, impronte sinuose di rettili nella sabbia.


Aveva la bocca talmente asciutta che dovette fermarsi a vuotare la terza borraccia. Gliene restavano due. Se entro un’ora non avesse trovato il posto, sarebbe dovuta tornare indietro. O sarebbe morta di sete. Era capitato. Ricercatori che si erano smarriti, un ciclista cui si era rotto il telefono satellitare, migranti – a migliaia, che non erano riusciti a superare la cresta delle montagne, al di là delle quali c’erano ancora i fiumi, e la vita. Le indicazioni non avevano più senso. Tutti i punti di riferimento erano saltati. Il crocevia con la Madonna, l’ulivo, un muretto a secco. Non trovò nulla. Eppure, sapeva di non aver perso l’orientamento. E che stava andando nel luogo che la aspettava.


Quando era piccola, e la madre arrivava al punto in cui il rabdomante sentiva fremere il bastoncino, e urlava: “è qui!”, lei la interrompeva. Ma perché erano tutti uomini? Scavalcò una carcassa mummificata da cui legioni di formiche si ostinavano a estrarre nutrimento. Ma non aveva più le forze per proseguire. Estrasse dallo zaino il sacchetto con la terra. Benedetta, maledetta. Madre e matrigna, ti abbiamo amata, e odiata e ora ti vendichi. Si inginocchiò sotto una roccia sporgente, slegò lo spago e rovesciò al suolo il contenuto. In quasi duecento anni la terra si era essiccata, ma aveva ancora un caldo colore rossastro. I granelli spiccavano sulla terra riarsa grigia e gialla come una spolverata di pepe. Poi sentì la scossa – come se avesse toccato un cavo elettrico – e cadde a terra, folgorata.


Quando si risvegliò, il sole tramontava dietro la collina. Non sarebbe mai arrivata in tempo all’appuntamento. L’autista l’avrebbe abbandonata? Lo aveva già pagato. Gli uomini provavano ancora pietà? Aveva il viso bruciato dal sole, e le labbra screpolate. Ma i capelli non erano umidi di sudore. Un reticolo di fili scuri, sottili come capelli, si allargava sotto di lei. Un rivolo d’acqua che risaliva dal profondo, e si insinuava fra le crepe della crosta. Non sei ancora morta, terra mia, balbettò, ridendo. Nemmeno io. In qualche modo scenderò al mare.

E griderò al mondo intero che possiamo resistere.

 

Melania Mazzucco

Scrittrice versatile, è stata finalista  al Premio Strega con il suo primo romanzo Il bacio della medusa, ha scritto diversi atti unici e radiodrammi a puntate. La sua opera di maggior successo è Vita, che nel 2003 ha vinto il Premio Strega e altri premi in molti Paesi, dalla Spagna al Canada