Intelligenza artificiale e valvole smart per tubature. Risultato: abbattimenti dei consumi energetici per la climatizzazione che arrivano al 90%. È l’ultima idea della Cimberio di Novara, fondata nel 1957, che oggi occupa 200 persone. Un progetto chiamato Knolval, finanziato in parte dell’Unione Europea nell’ambito del programma Horizon 2020, messo a punto grazie all’acquisizione avvenuta a gennaio della Enersem, costola del Politecnico di Milano specializzata in algoritmi. Lo hanno provato nello stabilimento della stessa Cimberio, a Berzonno. Sono stati installati radiatori per raccogliere il calore dei macchinari e riscaldare così l’acqua che viene poi immessa nell’impianto principale mosso dalla caldaia. Le valvole connesse a Internet e l’intelligenza artificiale, ottimizzano il funzionamento portando ad un più 75% di recupero termico e un meno 90% di consumi dell’impianto.

“Le potenzialità? Secondo la Commissione europea ci sono cinque milioni e 400mila edifici in questo continente, fra impianti industriali e uffici, che hanno bisogno di essere resi più efficienti dal punto di vista energetico”, commenta Roberto Cimberio, classe 1967, a capo dell’azienda di Novara e nipote di Renzo, il fondatore. “Ed è quello che fa il nostro sistema: rende intelligente il riscaldamento centralizzato, senza dover cambiare gli impianti e quindi con costi relativamente bassi”.

Il recupero del calore è quindi una variante di Knolval, quella applicabile ai capannoni dove c’è una produzione industriale che genera calore, ma è pensato principalmente per condomini, uffici e ospedali dove riesce a ridurre i consumi di circa dal 20 al 30%. Risultati un po’ più alti rispetto a quelli ottenuti da altre soluzioni presenti sul mercato, iniziando da quella della canadese Braibox Ai, che aggiunge alla caldaia una centralina connessa sempre gestita dagli algoritmi per evitare gli sprechi.

 

Si tenta di evitare di riscaldare quando non serve e dove non serve, usando come sensori delle teste termostatiche sui caloriferi o i termostati già installati nei vari piani degli edifici, avendo un mercato di riferimento enorme: oltre il 50% dell’energia prodotta nel mondo viene impiegata per la climatizzazione, ed è un mondo ancora arretrato tecnologicamente nel quale gli sprechi sono trasversali.   

 

L’unicità della soluzione della Cimberio sta nell’aver unito al software delle valvole da inserire nell’impianto preesistente, le SmartCim, che funzionano da sensori e regolano la richiesta di acqua calda dalla caldaia. La sperimentazione è iniziata tre anni fa nel centro di ricerca aerospaziale norvegese di Andøya, nelle isole Lofoten, dove si è riusciti a ridurre i consumi del 30%. Il progetto, come dicevamo, è stato finanziato dall’Unione Europea con due milioni di euro ai quali poi Cimberio ne ha aggiunti altri sei per sviluppare la tecnologia. “E ora, grazie all’intelligenza artificiale, abbiamo affinato ancor più questa soluzione“, spiega l’amministratore delegato della compagnia. “L’analisi dei dati è fondamentale. Vengono sfruttati come indicatori ma suggeriscono anche i comportamenti più virtuosi da perseguire. Oppure per avere una temperatura più costante e confortevole per i dipendenti”.

La spesa è di circa mille euro per ogni valvola installata, nel caso di un condominio ne servono una ad appartamento, e alcune migliaia l’anno per la gestione da remoto. Il costo totale dipende quindi dalla grandezza dell’edificio. Alla Cimberio sostengono che è proporzionale ai consumi e si rientra della spesa in quattro anni con i risparmi ottenuti. In Canada hanno un altro modello, anche se in quel caso installano solo la centralina collegata alla caldaia. Non si paga nulla i primi tre mesi, poi l’azienda preleva una quota dei risparmi. In questo caso però la forza sta nella versione per impianti industriali dove i risparmi sono da record.

 

I termostati smart da casa, dal Nest di Google al tedesco Tado, in fondo fanno, o tentano di fare, un lavoro simile. Stavolta però l’idea viene applicata a grandi edifici e in ambito industriale. Tutto realizzato in Italia. Sembra essere frutto di una startup all’avanguardia. E in fondo la Cimberio lo è, almeno nell’attitudine, solo che si tratta di un’azienda che ha 65 anni, come tante altre che da noi fanno innovazione da ben prima che nascesse Silicon Valley.