Sfruttare i satelliti per monitorare con regolarità cosa accade sulla Terra. L’idea non è nuova, Big G sta cercando di diffonderla grazie a Google Earth Engine, ennesima evoluzione di quel Google Earth che risale al 2001 e che, col passare degli anni, ha goduto di continue migliorie.

Oggi Google, oltre alla piattaforma Earth Engine, mette a disposizione anche le capacità computazionali necessarie a elaborare i Petabyte di dati e immagini raccolte dai satelliti, tra i quali quelli del programma Landsat, che offrono una copertura totale della Terra ogni 16 giorni.

Il motore e i dati sono disponibili gratuitamente e, per le organizzazioni e i ricercatori, Google fornisce anche l’appoggio di un gruppo di esperti che coadiuvano gli studi e le ricerche su temi ambientali e le osservazioni dei cambiamenti che vengono registrati in agricoltura, nel suolo, nelle risorse idriche e persino relativi alla fauna. Informazioni utili anche per sapere come e dove intervenire. La frequenza di aggiornamento dei dati rende possibile l’analisi di diversi fenomeni praticamente in tempo reale.

Lo strumento messo a disposizione da Google viene usato anche per rilevare focolai di malaria e le zone che percorrono i vettori, ossia le zanzare.

I casi pratici

Earth Engine si arricchisce ogni giorno di 20mila immagini corredate di informazioni quali la composizione del suolo (fino a una profondità superiore ai 30 centimetri), il disboscamento e la quantità di vapore acqueo rilasciata dai terreni agricoli, la temperatura della crosta terrestre in aree circoscritte del globo e quella di mari e oceani. Tutte informazioni che, se incrociate tra loro, offrono anche misure della desertificazione, dell’erosione o del guadagno di suolo.

Un’attività di mappatura e di raccolta dati che permette l’invio di informazioni in tempo reale: in Senegal i nomadi trovano aree in cui c’è acqua a sufficienza per il bestiame, in Perù vengono seguite le attività di disboscamento e l’organizzazione no-profit MOL (Map Of Life) fornisce grafici e mappe relativi agli habitat degli animali, alle biodiversità e la mappatura degli spostamenti di branchi e stormi.

Global Forest Watch, applicazione Open source, monitora con costanza e in tempo pressoché reale i fenomeni legati alla forestazione e alla deforestazione, includendo anche l’Italia (cliccando sulla freccia nera nella colonna a sinistra del display si possono osservare i cambiamenti negli anni).

MEI, organizzazione umanitaria con base a San Francisco, monitora i focolai di malaria nel mondo e un team interdisciplinare di ricercatori e professori universitari di atenei americani, ha mappato il vettore della medesima malattia, limitandosi al Malawi ma includendo anche le larve delle zanzare responsabili della diffusione.

Google mette a disposizione anche una sezione dedicata agli sviluppatori nella quale viene spiegato, con tanto di codice, come interagire con i dataset e prelevare i dati ritenuti utili.