Il Parlamento Europeo ha votato a favore di una nuova normativa europea per impedire l’ingresso sul mercato comunitario di prodotti e materie prime la cui estrazione, raccolta o produzione è legata alla distruzione delle foreste e le violazioni dei diritti umani. Un recente sondaggio europeo ha rilevato che l’82% degli intervistati ritiene che le aziende non dovrebbero vendere prodotti legati alla distruzione delle foreste del Pianeta e oltre il 70% si è detto disposto a smettere di acquistare prodotti di aziende che contribuiscono alla deforestazione. Sempre secondo il sondaggio, il rischio di perdere clienti per una determinata azienda o rivenditore che contribuisce alla deforestazione è particolarmente elevato in Italia e Spagna.

“Nessuno vuole avere la preoccupazione che la propria spesa, il cibo nel piatto, siano legati a distruzione della natura, perdita di biodiversità e violazioni dei diritti umani. Il voto di oggi è un grande passo avanti per affrontare le responsabilità dell’Unione rispetto alla deforestazione nel mondo. Questa normativa ha ottenuto uno schiacciante sostegno pubblico e un riscontro positivo delle istituzioni europee: ora la responsabilità passa ai governi nazionali, che dovranno rispettare il volere dei cittadini europei e non fare gli interessi di aziende e multinazionali che vorrebbero creare scorciatoie per aggirare la normativa” commenta Martina Borghi, campagna foreste di Greenpeace Italia.


In contrasto con la posizione debole assunta dai governi europei durante la votazione del Consiglio Ambiente dell’Ue del 28 giugno scorso, il Parlamento Europeo ha approvato alcune fondamentali misure chiave per rafforzare il disegno di legge presentato dalla Commissione Europea. Troviamo infatti definizioni più solide di “deforestazione” e “degrado forestale”, che garantiranno una maggiore protezione delle foreste dall’espansione agricola e da altre pratiche distruttive di disboscamento. L’elenco di materie prime e prodotti interessati dalla normativa è stato ampliato e comprende gomma, mais, pollame e carne (suina, bovina e caprina), che si vanno ad aggiungere alla proposta della Commissione (olio di palma, soia, caffè, cacao, legname e carne bovina).

Fondamentale anche l’estensione delle responsabilità previste dalla normativa alle istituzioni finanziarie europee, i cui investimenti non dovranno andare a favorire progetti e società legate alla distruzione delle foreste.

Il Parlamento ha inoltre confermato la necessità dell‘obbligo di tracciabilità e trasparenza lungo tutta la filiera, incluso il terreno di origine di prodotti e materie prime, anche tramite il geotracciamento, che permetterebbero di verificare che un determinato terreno non sia stato deforestato o degradato. Il Parlamento ha inoltre escluso esenzioni nei controlli per aziende o prodotti che già aderiscono a schemi di certificazione volontari per fermare la deforestazione.

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Nonostante questi passi avanti, ecosistemi come le savane e le zone umide restano minacciate dall’espansione agricola e dall’impatto dei consumi dell’Ue. Il Parlamento ha però approvato una clausola di revisione che consentirebbe alla Commissione di estendere la protezione ad altri ecosistemi naturali il prossimo anno.

Dopo il voto di oggi, inizieranno i negoziati tra il Parlamento Europeo, i governi nazionali e la Commissione Europea. È probabile che il degrado forestale sarà uno dei temi più caldi di questi negoziati. La presidenza ceca dell’Ue, che guiderà questo processo, è sotto pressione per concludere i negoziati prima dei vertici delle Nazioni Unite su clima e biodiversità previsti per la fine del 2022.