In Abruzzo sono stati ritrovati morti, probabilmente uccisi da esche avvelenate, quattro lupi e tre grifoni. Si tratta dell’ennesimo episodio di avvelenamento nei confronti di animali in un anno nero, il 2023, per la convivenza fra fauna selvatica e umani. In questi mesi difficili, a partire dalla tragedia che ha visto il giovane runner Andrea Papi morire dopo un presunto attacco da parte dell’orsa JJ4, innescando il dibattito sulla pericolosità dei plantigradi sulle Alpi, fino a poche ore fa quando il partito Svp (Südtiroler Volkspartei) in Tirolo ha proposto di legiferare per l’abbattimento dei lupi, la questione del rapporto uomini-fauna selvatica sta diventando sempre più complessa.

L’ultimo episodio risale a pochi giorni fa quando il 5 maggio il personale di Rewilding Apennines, di Salviamo l’Orso e alcuni volontari durante un’attività di monitoraggio dell’area corridoio tra il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e il Parco Naturale Regionale Sirente Velino hanno ritrovato inizialmente 2 lupi e 4 grifoni morti nel territorio di Cocullo, al confine con Goriano Sicoli. Successivamente è stata individuata poi la carcassa di un altro lupo dai carabinieri forestali.

 

La denuncia

Un’aquila reale morta per avvelenamento da piombo

a cura di redazione di Green&Blue

“Non c’è fine all’indignazione di fronte al ritrovamento di animali selvatici che con molta probabilità sono stati avvelenati da veri e propri criminali” scrivono sui social da Rewilding Apennines. Dopo il ritrovamento sul posto sono intervenute le forze dell’ordine del Comando Stazione di Roccaraso e il veterinario della ASL1 L’Aquila-Sulmona-Avezzano che ha dato il via libera alla rimozione delle carcasse per evitare che altri animali potessero morire alimentandosi dei resti avvelenati.

“Amareggia constatare che nel 2023 la cultura del veleno sia ancora così diffusa, evidenziando la più totale insensibilità verso la vita da parte di chi ricorre a certe pratiche vigliacche. Queste persone non comprendono che, così facendo, danneggiano loro stessi e l’immagine delle comunità a cui appartengono” ricorda Mario Cipollone, team leader di Rewilding Apennines.

L’idea di un avvelenamento è scattata fin da subito dato che “le carcasse si trovavano entro un raggio di 300 metri: è forte il sospetto che si tratti di un episodio di avvelenamento, uno dei tanti che si verificano nell’Appennino centrale nel periodo che precede la monticazione, nonché a quelle relative alla concorrenza tra tartufai e alle attività venatorie” ricorda l’associazione.

Probabilmente i tre uccelli sono morti dopo aver mangiato i resti dei lupi avvelenati. Inoltre Rewilding Apennines fa sapere che solo due settimane fa aveva rinvenuto altri due grifoni senza vita, mentre a inizio primavera c’era stato “un altro grave episodio di avvelenamento, anche quella volta nella zona tra Cocullo e Goriano Sicoli”.

Ora saranno le analisi tossicologiche, effettuate dall’Istituto Zooprofilattico dell’Abruzzo e del Molise, a confermare o meno l’ipotesi di esche con veleno. “Purtroppo, se questi atti restano impuniti, si rischia di favorire la reiterazione del reato. Consapevoli della complessità dello svolgimento delle indagini di polizia su questo reato, facciamo appello a tutte le autorità competenti affinché diano maggiore attenzione e priorità a questa piaga del nostro territorio a livello istituzionale e procedurale. Sarebbe di buon auspicio se nelle zone soggette ad avvelenamento venisse vietata qualsiasi attività produttiva a lungo termine, come accade nel caso degli incendi” chiosano dal Rewilding Apennines.