Si chiama Genova Process ed è un percorso che ha l’ambizioso obiettivo di definire i principi della Dichiarazione dei Diritti degli Oceani che verranno presentati all’Assemblea Generale dell’Onu nel settembre 2023. Prima tappa a Genova lunedì scorso. I problemi degli oceani sono noti e li ha ricordati anche in questa occasione Richard Brisius, presidente di The Ocean Race.

Nel mare, che rappresenta il 71% della superficie della terra, ogni minuto finisce un camion di rifiuti di plastica. Si stima che un totale di circa 8 milioni di tonnellate di plastica finiscano nei nostri oceani ogni anno. La Ellen MacArthur Foundation e il World Economic Forum prevedono che entro il 2050 ci sarà, in peso, più plastica che pesce nell’oceano. Complessivamente almeno 86 milioni di tonnellate di plastica sono arrivate negli oceani e una buona parte si è depositata sui fondali.

Le immagini del Great Pacific Garbage Patch, situato tra la California e le Hawaii, sono un pugno nello stomaco. È Il più grande accumulo noto di detriti di plastica, ma è solo uno di cinque grandi accumuli che si trovano al centro di altrettanti vortici oceanici. Una mobilitazione, insomma, è più che mai indifferibile.

“Come velista ho un legame speciale con l’oceano”, spiega Brisius. “Lo sport della vela apprezza il fair play e regole giuste, ma non c’è fair play per l’oceano. Abbiamo bisogno di una governance e di una gestione più nitida, che possiamo creare attraverso una Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Oceano, un set di regole che permetta all’oceano di prosperare. Se succederà, vedremo un cambiamento di paradigma nella protezione dell’oceano”.

I “diritti degli Oceani” presentati a Genova con Ocean Race

Nasce con questi presupposti il Genova Process, promosso da The Ocean Race in collaborazione con il Comune di Genova, con il coinvolgimento di portatori di interesse di altissimo livello da tutto il Pianeta. Da Genova, dove arriverà a giugno del prossimo anno la regata intorno al mondo, parte questo percorso  che prevede una serie di 12 summit per esplorare l’idea di dare diritti all’oceano e creare uno sforzo globale per proteggere i mari. Al termine di ogni summit, gli esperti si ritroveranno a Genova per continuare a sviluppare i principi dei diritti dell’oceano.


“Il mondo di Ocean Race porta ancora una volta la nostra città al centro dell’interesse internazionale”, commenta il sindaco Marco Bucci. “Non solo per lo sport, ma anche per i contenuti legati alla tutela dell’ambiente e del mare. È per noi un’occasione straordinaria e motivo di grande orgoglio essere sede degli incontri che porteranno alla definizione dei principi di una potenziale Dichiarazione dei Diritti degli Oceani. In quel documento ci sarà molto di Genova, del nostro amore per il mare e del nostro legame con il Pianeta Blu: una risorsa fondamentale per la vita, la crescita sostenibile, che abbiamo il diritto e il dovere di tutelare in quanto parte integrante della nostra esistenza”.


Al primo innovation workshop hanno partecipato esperti di diritto internazionale, politica, diplomazia e scienze oceaniche. Tra loro Michelle Bender (direttore delle campagne oceaniche, Earth Law Center), Antonio Di Natale (biologo marino e consulente scientifico per le questioni oceaniche), Johan Strid (direttore The Ocean Race Summits), Todd Mcguire (amministratore delegato 11th Hour Racing), Bronwen Golder (Stanford Center for Ocean Solutions), Peter Heffernan (ocean ambassador e membro del Consiglio della missione dell’Ue) e Callie Veelenturf (biologo della conservazione marina ed esploratrice National Geographic).

“Esistono già leggi sui diritti della natura – ha spiegato Michelle Bender – ma non partono da quelli che sono gli interessi superiori del mondo ma hanno un punto di vista legato all’uomo e ai suoi bisogni. La natura è una entità legale e deve avere una voce. Come esistono i diritti dei bambini, lo stesso deve accadere per la natura. Gli oceano sono in grave pericolo. La plastica è solo uno dei problemi, il più visibile. Obiettivo di tutti noi deve essere quello della conservazione e tutela dell’ambiente marino e vogliamo che sia stabilito un diritto e che ci sia quindi un’assunzione di responsabilità a livello globale”.

Tra i più grandi esperti italiani nel team, il professor Antonio Di Natale che ha sottolineato l’importanza di una migliore conoscenza dell’oceano per poter attuare efficaci politiche di protezione. “La ricerca scientifica e il patrimonio culturale legato al mare sono alla base del Genova Process. Sono felice di poter dare il mio contributo, insieme a molti altri scienziati ed esperti da tutto il mondo che ho contribuito a selezionare con The Ocean Race, e che la città di Genova abbia un ruolo di tale rilevanza sulla scena globale”.

In questo primo incontro a Genova sono stati analizzati i risultati del “The Ocean Race Summit” che si è tenuto lo scorso 21 marzo alle Seychelles con la partecipazione di Wavel Ramkalawan, presidente della Repubblica delle Seychelles, Patricia Scotland, segretario generale del Commonwealth, Mia Amor Mottley, primo ministro delle Barbados e Peter Thomson, inviato speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per l’Oceano. Si è discusso in particolare sui temi della mancanza di governance e protezione dei nostri mari, sull’impatto del cambiamento climatico, l’importanza delle donne nei ruoli di leadership per la conservazione degli oceani, piani di economia blu e la lotta all’inquinamento.


Todd McGuire, Managing Director di 11th Hour Racing, ha commentato così dopo i primi incontri: “Se mi chiedeste quale parola ha caratterizzato questi summit vi risponderei “opportunità”. Il risultato che stiamo ottenendo è mettere in relazione atleti, scienziati, politici, governi, media e ong in questo sforzo comune di creare una una Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Oceano.”